Dramma fantastico in atto unico
di Gloria Deandrea
Sinossi
La vicenda si svolge nella contemporaneità, tra una Medium, personaggio femminile appartenente al mondo reale, e lo Spettro del marito, personaggio maschile astratto, rappresentante il mondo dei morti. Viene qui presentato l’incontro/scontro tra due figure che compiono le loro azioni, verbali e fisiche, all’interno di una realtà parallela, una realtà ideale, in cui emergono differenti punti di vista. Tali visioni, partendo dal pensiero universale di fede, per arrivare al concetto individuale di fedeltà, attraverso il dialogo agile degli attori, sono disturbate dalle interferenze di un Creditore, altro personaggio reale, il quale presenta esigenze concrete ed oggettive. Ne derivano tensioni continue, non prive d’ironia, seguite entrambe da istanti di amarezza, che porranno in evidenza la solitudine della Medium, e il suo conseguente abbandono della ragione umana. I personaggi sopra citati non presentano evoluzione drammaturgica, rimanendo fedeli a loro stessi per tutta la durata della pièce, fatta eccezione per la protagonista femminile. Tale figura, in seguito ai continui attacchi dello Spettro, con cui è in costante contrasto, attenuati dall’apparente bontà d’animo del Creditore, che invece apprezza senza essere ricambiata, e in seguito all’ennesima delusione prodotta dal Creditore stesso, il quale svela il vero motivo delle sue visite, cede all’oblio, annullando definitivamente il suo già labile pensiero, per lasciare spazio alla sregolata follia.
NB Il testo sopra descritto appartiene al genere dramma. È importante porre in evidenza il fatto che, all’origine del termine (la parola drama, utilizzata prima da Aristotele nella sua Poetica, poi da Orazio, nell’Ars Poetica, è coincidente con l’azione scenica), appartengono i tipi: commedia e tragedia. Di conseguenza, per una buona riuscita della pièce, gli attori sono tenuti a compiere azioni sceniche ben definite; a mantenere, quindi, linguaggio e gestualità leggeri, in contrapposizione a più gravi manifestazioni, utilizzando le capacità ironiche, graffianti e canzonatorie, necessarie per sostenere i temi citati.
Personaggi
tre attori in scena Medium, Spettro, Creditore
trasformazioni
Medium protagonista femminile – figura reale
Creditore deuteragonista – figura reale
Spettro protagonista maschile – figura astratta
trasformazione1 nel Demone Cervo
trasformazione2 nell'Ombra di se stesso
Descrizione scena
scena unica
Lo spazio è determinato dal vuoto del palcoscenico.
L’unico ambiente che compone la scena, individuata dai distinti spostamenti delle figure agenti, è il palcoscenico stesso, rappresentato nella sua essenzialità, e accessibile al pubblico con immediatezza attraverso la raffigurazione ‘a vista’ degli elementi scenici in uso. Per una buona comprensione del testo, valorizzato dagli attori, si rende perciò necessario utilizzare tali elementi, di supporto agli attori medesimi, e non di ostacolo. Questi materiali si distinguono in:
-
oggetti di scena mobili e mai fissi, in modo da essere gestiti direttamente dall’attore, che dovrà trattare tali oggetti come elementi di potenziamento alle proprie capacità gestuali, di supporto all’azione scenica, quali: due cubi con seduta e un tavolo cubico; alcuni piccoli cubi, distribuiti sul tavolo, ognuno inciso da una lettera, che verranno ordinati durante l’evolversi della scena medesima; una bottiglia di champagne e due calici tondeggianti, a indicare la metà esatta di una sfera
-
luce diffusa nei dialoghi tra la Medium e il Creditore, per evidenziare gli spostamenti degli attori agenti
faro concentrato sul singolo attore: nei momenti in cui la Medium risponde al citofono, o apre la porta; nelle situazioni in cui lo Spettro si presenta in scena, interrompendo il dialogo tra la Medium e il Creditore
controluce nei dialoghi tra la Medium e lo Spettro del marito. Quest’ultimo uso della luce si presenta, inoltre, come metafora visiva di annullamento della figura dell’attore, in favore della sua ombra, che, nel caso specifico della pièce, offre un’ulteriore lettura, in rapporto alla duplicità dei temi trattati e alla loro contrapposizione: Luce/Ombra, Vita/Morte, Reale/Astratto
-
parole è possibile inserire, inoltre, cartelli e/o proiezioni con scritte o parole efficaci, di sostegno al testo e alla scena, possibilmente gestiti dall’attore, come ad, esempio, i cubi incisi, con cui si compone la scritta:
NEC SPE NEC METU
NÉ SPERANZA NÉ PAURA
prelevata da un affresco presente nella Sala Conciliare del Convento di San Domenico, a Bologna.
La scena sopra indicata è pensata per potenziare il lavoro dell’attore, che non può essere compromesso da ambienti fastosi o barocchi, indicativi di altre forme teatrali. A tal proposito è importante porre in evidenza il fatto che la scena è, e dev’essere sempre di supporto all’attore, il quale saprà porre, nel modo più consono, l’attenzione sul testo teatrale, grazie all’uso appropriato della parola e del gesto.
Descrizione costumi
costumi contemporanei e storici
I costumi, dei personaggi reali e di quello astratto, fondamentalmente contemporanei, è necessario che rispondano alle caratteristiche di ‘adattabilità’ alla figura attoriale, perciò, devono presentarsi come supporto all’azione compiuta dall’attore medesimo, e non come ostacolo. Inoltre, è possibile stimolare la fantasia dello spettatore attraverso la realizzazione di accessori, di forte valore simbolico, che caratterizzano visivamente e con immediatezza i personaggi stessi, enfatizzandone la personalità. Tali descrizioni permettono una distinzione tra:
- costume della Medium abito lungo, di seta bianca, luminoso, eppur sobrio nella sua preziosità. Per la costruzione del personaggio sono rilevanti alcuni elementi accessori, quali: un turbante tondo come una sfera, anch’esso essenziale; un filo fluorescente, che funge da ectoplasma; il trucco dell’attore, per identificare il personaggio, che si presenterà colorito in viso
- costume dello Spettro abito scuro, sobrio, portato con eleganza. Per la costruzione del personaggio sono rilevanti alcuni elementi accessori, quali: un filo fluorescente, che funge da ectoplasma; il trucco dell’attore, per identificare il personaggio, che si presenterà pallido in viso; guanti bianchi, abbinati al pallore del viso; calzamaglia elastica nera, a coprire il volto e guanti neri
-
costume del Creditore maglietta verde brillante, su abito verde scuro, portato in modo grossolano. Dal taschino della giacca esce un fazzoletto, anch’esso verde brillante. Per la costruzione del personaggio sono rilevanti alcuni elementi accessori, quali: una valigetta; il trucco dell’attore, per identificare il personaggio, che si presenterà colorito in viso.
La caratteristica principale dei costumi è data dalla duttilità dei tessuti, che provoca una conseguente comodità nella vestizione dell’abito, entrambe doti necessarie per agevolare l’attore in ogni suo movimento. Tali qualità non possono dissociarsi dal trucco che l’attore stesso è tenuto ad eseguire, includendovi anche un’attenzione particolare alla capigliatura, rilevante per il completamento di ogni personalità presente in scena.
Scena 1
soliloquio della Medium nenia
Soliloquio della Medium, in cui affiorano le problematiche legate al mondo reale e alla sua quotidianità, tutt’altro che serena.
NB La Medium si presenta colorita in viso, in abito lungo, di seta bianca, luminoso, eppur sobrio nella sua preziosità, arricchito da un turbante tondo come una sfera, anch’esso essenziale.
NB La Medium porta con se un filo fluorescente, che funge da ectoplasma.
NB La scena è composta da due cubi con seduta e un tavolo cubico; su quest’ultimo si trovano disposti, in modo caotico, alcuni piccoli cubi, ognuno inciso da una lettera, che verranno ordinati durante l’evolversi della scena medesima; una bottiglia di champagne e due calici tondeggianti, a indicare la metà esatta di una sfera.
Luce (buio)
Medium (già in scena, seduta su uno dei due cubi. Comincia a cantare una nenia)
Luce (faro su di lei; si alza d’intensità, gradualmente)
Medium (con pacatezza)
Quanto grande è l’amore
Di chi vede nella sorte
Mentre tocca quelle porte
Che aperte con timore
Non riparano al dolore.
La la la
Le ombre a invocare
Il silenzio a parlare
La la la
Far conoscere, offrire
Vedere il non morire
Degli spiriti la voce
Delle anime la croce
Nel presente, apparire.
Luce (faro su di lei; intensità max)
Medium (ruota verso il pubblico i cubi presenti sul tavolo, su cui è riportata una lettera ciascuno, componendo una frase finale; colori differenti) Acqua, luce, gas. (cubo N) Rata del mutuo. (cubo É) Scoasse. (cubo S) Altra rata del mutuo. (cubo P) Altre scoasse. (cubo E) Telefono. (cubo R) Ancora acqua, luce, gas. (cubo A) Commercialista. (cubo N) Avvocato. (cubo Z) Medico. (cubo A) Esami del sangue. (cubo N) Delle urine. (cubo É) Esami specialistici. (cubo P) Scoasse. (a bassa voce) Ma quante… (ad alta voce) Bèh, gli specialisti possono aspettare. (cubo A) Anche il medico. (cubo U) E l’avvocato. (cubo R) Ma le scoasse! (cubo A) Queste proprio no. (la frase finale, letta dal pubblico, corrisponde a: ‘né speranza né paura’ – la scritta originale, in latino, ‘nec spe nec metu’, compare nell’affresco di Girolamo Bonino da Ancona all’interno della scena della ‘retta Giustizia’, presente come sopracamino nella Sala Consiliare del Convento di San Domenico, a Bologna)
Luce (lentamente scompare; buio)
Medium (riprende la nenia; con pacatezza)
La la la
Le ombre a invocare
Il silenzio a parlare
La la la
Luce (s’illumina soltanto l’ectoplasma)
Medium (prosegue la nenia, affaticata)
La la la
Gli spettri a invocare
Il silenzio a parlare
La la la
La décima o quintilla doblas, o espinella, in onore del poeta, romanziere e musicista, Vicente Espinel che, a fine XVI secolo, ne concepì la struttura, è una strofa composta da dieci ottonari, con rima in ABBAACCDDC. Può avere un punto fermo o i due punti dopo il quarto verso, ma non oltre il quinto. Può, inoltre, essere intesa come una strofa formata da due redondillas (periodi di quattro versi ciascuna), con rima in ABBA e CDDC, unite da un distico centrale cerniera AC. Durante i secoli XVII e XVIII si usò con frequenza per la realizzazione dei poemi. Inoltre, fu particolarmente adatta per il teatro; a tal riguardo, il drammaturgo Félix Lope de Vega, nel suo ‘Arte nuevo de hacer comedias’ (1609), scrisse che ‘le décime sono buone per fare denuncia’.
Scena 2
dialogo Medium/Spettro seduta spiritica – apparizione dello Spettro
La seduta della Medium non produce i risultati sperati, almeno secondo lei. A questo punto, appare in scena lo Spettro del marito, con cui ha immediatamente uno scontro verbale sulla sua attività ‘magica’.
NB Lo Spettro si presenta pallido in viso, con un abito scuro, sobrio, portato con eleganza, e guanti bianchi, abbinati al trucco. Non si siede mai, e non beve dal calice.
Luce (contro)
Spettro (dal fondo, si avvicina alla maga) Canta, canta. Canta che ti passa.
Medium (al pubblico) Ah, sei qui. Ti aspettavo, più tardi… (frastornata) poi.
Spettro Mi aspettavo di vederti vestita, prima.
Medium (si solleva con vigore) Ti sembro forse nuda? (barcolla, reggendosi al tavolo)
Spettro No, nuda no.
Medium Ah, ah, ah! (tremante) Visto? Non sono neanche nuda.
Spettro (freddo) Neanche vestita.
Medium (versandosi un po’ di vino) Vestita, agghindata, (avvicina il calice alla bocca, senza bere) per cosa?
Spettro Per semb…
Medium (interrompendolo, con tonalità maggiore, e il calice in mano) …per cosa?
Spettro Per sembrare più…
Medium (gridando, con calice e dito puntato al marito) …per cosa?!
Spettro Per sembrare più bella.
Luce (faro sulla Medium)
Medium (affranta, beve dal calice; poi lo appoggia, e lentamente si siede) Più di così?
Luce (faro anche sul marito)
Spettro Molto di più.
Medium Tanto non dobbiamo andare da nessuna parte, no?
Spettro No.
Medium E allora che senso ha?! Che senso ha tutto questo? Uscire, osservare, vedere, capire, parlare con la gente. Dimmi qual è il senso?
Spettro Il dialogo con la gente ti aiuta a comprendere i fatti del mondo.
Medium Ma quali fatti?! Che appena esco mi chiedono di restituire dei soldi.
Spettro Questi sono più fatti che mai.
Medium Quello ‘fatto’ sei soltanto tu. Se pensi che si possa vivere in simili condizioni. (versando il vino) Senza soldi… (beve dal calice)
Spettro Sono i beni materiali a preoccuparti?
Medium Non solo.
Spettro Vendi la casa.
Medium Non questa.
Spettro Cedi l’attività.
Medium Non serve.
Spettro (imperativo) Smetti di bere.
Medium (appoggia il calice sul tavolo, ma continua a tenerlo con la mano) Non posso… più vivere senza… amore, onore, timore di Dio… (risolleva il calice; guarda il marito, accennando un brindisi) senza speranza. (beve d’un fiato; poi, riappoggia il calice sul tavolo)
Spettro (gettando a terra i cubi con la scritta ‘né speranza né’, e lasciando invariata solo la parola ‘paura’) E allora muori.
Medium (sorpresa, a bassa voce) Cos…?!
Spettro Sul serio. Muori. Così liberi il mondo da un’inutile donna, affranta e abbattuta dalla vita, che gira per casa vestita da maga Circe…
Medium (tra sé, sempre a bassa voce) …maga ci?!...
Spettro …inscenando sedute spiritiche…
Medium ….pa… ra… psico…
Spettro (ironico) Parapsicologiche! Non riesci neanche a dirlo, pur sempre congiunta alla sola, esclusiva, insostituibile compagna: la bottiglia di vino.
Medium È champagne, villano!
Spettro E che cambia?! (con alterazione vocale) Villano! Champagne! (duramente) Non hai contante per mangiare, ma quello per bere lo trovi.
Medium L’ho trovato in cantina. Non il denaro, il vino, ho trovato.
Spettro Cercato. In cantina, dove?
Medium Era una delle bottiglie… della riserva di…
Spettro …di chi?
Medium Di tua madre. (beve tutto d’un fiato)
Spettro (espressione infantile) Mamma! (prosegue seccato) Hai preso una delle bottiglie di mamma?!
Medium Veramente… più d’una…
Spettro Quante?
Medium Non so, non ricordo il numero esatto…
Spettro Una, due… quattro? Quantifica.
Medium Quanto… ancora mi torturerai con questa storia?
Spettro (imperativo) Quante?
Medium Qua… qua… (beve dal calice)
Spettro Quattro?
Medium Quasi…
Spettro …quasi quattro?
Medium Quasi tutte. (gran sorsata dal calice)
Spettro (spalanca le braccia) Ahaaa! (tentando di avvicinarsi a lei)
Medium (si alza col bicchiere in mano, e, scostandosi, cerca di discolparsi) Prima di irritarti…
Spettro …sono già irritato.
Medium Ragiona. (con braccio teso, puntandogli addosso il calice vuoto)
Spettro (gesto di sufficienza, al pubblico)
Medium Tua madre non le ha mai bevute, le ha conservate solo…
Spettro …per farle bere a tè. (indicandola, con sufficienza)
Medium (risata nervosa) Ah, ah, ah! (seria, irata) Per dire di avere una riserva, per vantarsi dei suoi possedimenti…
Spettro …che tu hai guastato…
Medium …del vigneto…
Spettro …che tu hai venduto…
Medium …dei contadini…
Spettro …che tu hai licenziato…
Medium (sempre più irata, con tonalità maggiore) …che costavano più del prodotto…
Spettro …che ti bevi in giornata.
Medium Serpe! Siamo sul lastrico, non abbiamo più niente, non abbiamo una sola cosa di valore, non abbiamo un briciolo d’amore, tra poco ci toglieranno anche la casa, però, dobbiamo conservare le bottiglie di (simulando l’espressione infantile del marito) ‘mamma’.
Spettro Hai finito? Mi stai stancando con le tue scenette da varietà, ubriacona.
Medium (al pubblico) Ma le colpe sono mie. Sia chiaro. Sono tutte mie. Se sua madre ha conservato del vino, e non se l’è potuto portare nella tomba, (facendosi il segno della croce) pace all’anima sua… questo vino pregiato, questo champagne, (mostrando la coppa al pubblico) non si può guardare, non si può toccare, non si può bere, lo dobbiamo solo conservare, a tutti i costi, in ogni modo, sempre, come una reliquia.
Spettro Hai finito? Mi stai stancando con le tue scenette da varietà, ubriacona.
Medium Questa battuta l’hai già detta.
Spettro Mi stai scocciando con le tue immagini di pietà, cialtrona.
Medium Immagini di pietà? Immagini di pietà?! Ah, ah, ah! (lancia a terra il calice, frantumandolo) Ecco. Goditi questa bella immagine di pietà. (sedendosi su uno dei cubi; al pubblico) Pietà, dice. (al marito) Non sai neanche cos’è, la pietà. (raccoglie i cubetti da terra, cercando di ricomporre la parola ‘speranza’)
Spettro Sei sicura di saperlo tu?
Medium Certo! (con decisione, sul tavolo, pone il cubo S) Almeno so ancora commuovermi. (cubo P)
Spettro O commiserarti.
Medium Comunque sia, (cubo E) ho ancora un po’ di rispetto per… (cubo R)
Spettro …per chi?!
Insieme Per te… (la maga pone il cubo A sul tavolo, lasciando incompiuta la scritta, che si trasforma in: ‘spera paura’)
Spettro …no. Neanche per te hai rispetto. Non averne per me, lo capisco. Non sono stato certo il compagno migliore che si possa desiderare. Piuttosto un marito assente. Sempre fuori, all’estero. Intrattenitore di uomini d’affari, intrattenuto dagli eventi. Ma tu. Guardati. Non vedi come vai in giro? Come ti vesti?! Il trucco che porti?! Così marcato e volgare. Quel turbante in testa, fuori contesto. Sembri una… giostraia, un… personaggio circense, un… fenomeno da baraccone!
Medium Senti chi parla.
Spettro Ah, no. Io ero, sono, e sempre sarò un uomo elegante. Straordinariamente elegante. (impettito, si sistema la giacca)
Medium Già, con quel cerone in faccia… (indicandolo, con disgusto) un cadavere!
Spettro Vestito con eleganza. E quale portamento.
Medium E complimenti vivissimi!
Spettro E grazie. Ma tu… (si avvicina)
Medium (allontanandosi) …smettila.
Spettro Tu…
Medium …non dirmi del vestito…
Spettro …tu…
Medium …e neppure del trucco… (gridando) lasciami in pace! Non lo capisci che…
Spettro …cosa?
Medium …mi fai paura!
Spettro Tu sei ancora così bella. (sta per accarezzarla)
Rumore (trillo assordante di campanello)
Luce (via fari; torna contro)
Spettro (esce di scena)
To be continued…
APPENDICE
Note sui personaggi
I personaggi presentati nella pièce si dividono in due categorie: i personaggi reali, una Medium indebitata e il suo Creditore, rispettivamente protagonista femminile e deuteragonista; e un personaggio astratto, lo Spettro del marito, protagonista maschile, che coinvolgerà la Medium in dialoghi di riflessione sulla sua condizione umana, attraverso la fede e il rapporto inevitabile tra reale e divino. Sono di seguito riportate le loro caratteristiche principali:
- personaggi reali: Medium è un personaggio immaginario, protagonista femminile, che vive nella contemporaneità, e conduce un’esistenza al margine, in profonda solitudine, fungendo da tramite al mondo dei vivi e dei morti. La costruzione drammaturgica si presenta, perciò, priva di vincoli dettati da appartenenze storiche, ma, al contempo, viene formulata, soprattutto per le battute riflessive sulla ‘fede’, con una struttura verbale di complessità linguistica, in cui si rende necessaria un’esposizione equilibrata, seppur vivace e ironica. Ovviamente, tale esposizione, è essenziale per favorire la comprensione del testo da parte dello spettatore, e stimolare in lui possibili considerazioni sul tema proposto. Oltre alle battute riflessive sono presenti anche quelle ripetitive, che incidono sul personaggio, amplificandone le caratteristiche. Si è intervenuto, inoltre, nella composizione drammaturgica, con largo uso di bisticci, asticci, giochi di parole e sciarade. Tutti elementi di supporto al dialogo ritmato tra gli attori. Per concludere, quasi la totalità delle battute della Medium sono rivolte agli attori, fatta eccezione per quelle giocose al pubblico, e solitarie, con tonalità inferiore.
- personaggi reali: Creditore è un personaggio immaginario, deuteragonista, che vive nella contemporaneità, esattamente come la Medium, ma, a differenza di questa, la sua esistenza è condotta con la tranquillità e il distacco tipici di una persona dai principi semplici. La costruzione drammaturgica del personaggio, inevitabilmente di supporto alla protagonista, è perciò legata alle battute e ai comportamenti di quest’ultima, e anch’essa si presenta non priva di soluzioni lessicali, proposte, però, con una complessità linguistica meno accentuata.
- personaggio astratto: Spettro è un personaggio fantastico, protagonista maschile, che ‘appare’ alla Medium, contrastandola da diversi punti di vista: pensiero, fede, sesso, realtà, vita. Questa figura offre, quindi, un suggerimento prezioso alla struttura della pièce, in quanto figura emblematica, non esistente nella realtà tangibile, ma comunque presente, anche grazie al vasto utilizzo del personaggio in letteratura, teatro, cinematografia, ecc., tale personaggio offre all’attore libertà creativa ed espressiva, difficilmente raggiunte con l’interpretazione di altri ruoli.
L’evoluzione drammaturgica si compie esclusivamente nel personaggio della Medium, nel momento in cui avviene da parte sua la presa di coscienza di una malattia, la pazzia, seppur oggetto di discussione leggera tra lei e lo Spettro, comunque affezione che porta la protagonista a vivere in un limbo al confine tra realtà e fantasia, spiritualità e ragione, emarginazione e desiderio di essere accettati. Tale evoluzione, dettata dall’abbandono, dalle profonde delusioni ricevute nel corso degli anni, dal marito, prima, e dal creditore, poi, anche se con modalità differenti, si conclude attraverso una trasformazione non solo fisica, dovuta all’affaticamento di sedute rivolte ai morti, visibile attraverso gesti diretti e spostamenti in scena, ma anche verbale, con colori e tonalità differenti, per mezzo di una nenia ripetuta fin dall’inizio della pièce, che degenera con la conclusione. Per quanto riguarda gli altri personaggi presenti in scena, invece, non avviene alcuna evoluzione drammaturgica. Lo Spettro dilata la sua ombra al punto da scomparire dietro a questa, il Creditore, resta impassibile ad osservare la conclusione degli eventi.
Note sulle scene
La pièce è strutturata in atto unico. Le scene sono dipendenti l’una dall’altra, e interpretate con un ordine progressivo. Al loro interno compaiono dialoghi di due tipologie:
- dell’azione scenica indiretta
narrazione, l’attore, si rivolge al pubblico, esponendo le battute di relazione/scambio con quest’ultimo
soliloquio, l’attore espone le battute tra sé, con maggiore intimità e flemma verbale - dell’azione scenica diretta
dialogo, l’attore si rivolge all’altro performer, con battute di scambio rapido, sostenuto, ritmato, botta/risposta.
Tali elementi, specifici dell’attività teatrale, fanno sì che l’attore agente e lo spettatore reagente, le due figure prime del Teatro di Parola, abbiano la possibilità di giocare più intensamente, senza nulla togliere alla vicenda narrata nella pièce.
L’atto unico si distingue in 9 scene, così classificate:
- soliloquio Medium a differenza del monologo, in cui l’attore rivolge la battuta al pubblico, informandolo dell’azione/emozione del personaggio presente nel dramma, il soliloquio propone una visione più intima degli eventi, in quanto dialogo tra il performer e il personaggio stesso, rendendo allo spettatore una scena più raccolta e privata.
- dialogo Medium/Spettro i dialoghi tra la Medium e lo Spettro del marito riguardano il loro rapporto di coniugi, compromesso e infelice, utilizzato come pretesto per argomentazioni più profonde, inerenti valori morali, di fede, giustizia, dell’animo umano, in corrispondenza a sentimenti talvolta portati all’eccesso, come sofferenza e piacere, acutizzati dai sempre più evidenti squilibri della donna, e dall’abissale solitudine di cui è avvolta.
- dialogo Medium/Creditore i dialoghi tra la Medium e il Creditore sono più morbidi, e tratteggiano argomenti leggeri, pratici, materiali, oltre a presentare un equivoco di fondo, dettato dalla paura di entrambi, nel caso della Medium, di non piacere, in quello del Creditore, di rivelare la sua vera identità, perciò, per ragioni diverse, comunque timorosi.
- trasformazioni all’interno di due dialoghi sono presenti le trasformazioni dello Spettro, giustificate dalla volontà di allontanare il Creditore dalla Medium, non solo per una questione affettiva, ma soprattutto per tutela della moglie. Nella prima trasformazione, lo Spettro appare come un ‘demone Cervo’, con mani e volto ancora visibili, mentre, nella seconda, la sua figura si presenta simile ad un’Ombra, totalmente nera, che segue in parallelo, l’evoluzione del personaggio Medium, la sua malattia mentale, e la conseguente perdita d’identità dello Spettro medesimo.
All’interno della pièce è presente, in maniera costante e ripetitiva, una nenia, necessaria sia alla musicalità dell’opera, fungendo quindi da elemento sonoro, che alla comprensione del testo, in modo tale da agevolare un’ulteriore interpretazione dell’attore, le sue possibilità vocali, oltre a quelle gestuali, e, non meno importante, la comprensione dello spettatore, si auspica, stimolato alla riflessione.
Sulla drammaturgia
La drammaturgia, ovvero la scrittura teatrale, è un tipo di scrittura “doppia”. Dev’essere pensata per la rappresentazione e non soltanto per la lettura come un qualsiasi altro testo; ossia, è necessario individuare i termini che meglio possono modellarsi all’azione fisica dell’attore, e che, contemporaneamente, permettono la comprensione della vicenda da parte dello spettatore. Oltre a questi punti, bisogna tener presente anche i gesti collettivi dei performer agenti in scena, sempre in rapporto alla parola detta, alle entrate/uscite e agli spostamenti continui. In sintesi, la drammaturgia, favorisce il racconto di una storia sia a livello visivo che orale, e qui trova la sua dimensione d’eccellenza, per contro, presenta svariate difficoltà d’impostazione, ma, soprattutto, va provata in scena.
Sulla drammaturgia storica
I temi rilevanti e in parte già citati, investiti dalla drammaturgia storica, sono: il concetto di doppio, il gesto dell’attore in rapporto alla parola, l’azione fisico/verbale, il tempo storico passato in relazione a quello presente. Questi stessi temi, specifici del Teatro di Parola, devono inevitabilmente convergere verso la rappresentazione di una vicenda, che sia essa a sfondo sociale, antropologico, politico, o filosofico.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario partire da una ricerca storica consistente, tale da porre le basi strutturali all’opera. La ricerca storica medesima, punto focale del testo, contribuisce alla solidità dell’impianto impostato dall’autore, sostiene l’elaborazione filologica compiuta dall’attore, e, per ultimo, ma non meno importante, agevola la lettura lineare dello spettatore, sia a livello di pensiero che di sentimenti. Inoltre, permette la caratterizzazione dei singoli personaggi, visti da diverse angolazioni, e favorisce il dibattito anche sulle più complesse vicende passate, realmente accadute, poste sempre in relazione alla contemporaneità.
Sulla drammaturgia contemporanea
La drammaturgia contemporanea è, o perlomeno dovrebbe essere, il fiore all’occhiello delle produzioni teatrali, soprattutto se realizzata ex-novo, sia a livello strutturale/compositivo che narrativo, e se non si presenta come un adattamento da testi già esistenti (a cui, erroneamente, viene dato il nome di drammaturgia). È necessario attribuire alla drammaturgia contemporanea quel valore aggiunto che non può essere sostenuto da altre forme della rappresentazione teatrale. Di conseguenza, il lavoro del drammaturgo, sicuramente elitario, verte sulle considerazioni sopra citate, con la consapevolezza di chi compie un percorso artistico rivolto all’ottenimento di risultati permanenti, in modo da arricchire non solo la realtà teatrale, ma culturalmente la società e il costume del tempo storico di appartenenza. Quest’ultima operazione è imprescindibile dall’opera realizzata, e contribuisce in modo rilevante alla crescita culturale di un Paese. È un dovere civico, un dovere etico che ogni autore non può esimersi dall’ottenere, e va molto oltre la rappresentazione di un semplice e fortunato spettacolo.
Sulla décima
La décima o quintilla doblas, o espinella, in onore del poeta, romanziere e musicista, Vicente Espinel che, a fine XVI secolo, ne concepì la struttura, è una strofa composta da dieci ottonari, con rima in ABBAACCDDC. Può avere un punto fermo o i due punti dopo il quarto verso, ma non oltre il quinto. Può, inoltre, essere intesa come una strofa formata da due redondillas (periodi di quattro versi ciascuna), con rima in ABBA e CDDC, unite da un distico centrale cerniera AC.
Durante i secoli XVII e XVIII si usò con frequenza per la realizzazione dei poemi. Inoltre, fu particolarmente adatta per il teatro; a tal riguardo, il drammaturgo Félix Lope de Vega, nel suo ‘Arte nuevo de hacer comedias’ (1609), scrisse che ‘le décime sono buone per fare denuncia’. Tale struttura, infatti, si presenta con ritmo sostenuto, particolarmente incalzante, più musicale che poetico, grazie alla divisione doppia in cinque versi, e alla specularità delle rime introdotte nella strofa. Questo metro, è stato utilizzato dai poeti della Generazione del 27, quali Jorge Guillén, Gerardo Diego, Federico Garcìa Lorca, e molti altri autori e drammaturghi. È tuttora diffuso in America Latina tra i payadores, poeti popolari che improvvisano recitando in rima, accompagnati da una chitarra. Inoltre, la cantautrice cilena Violeta Parra, compose in dècima la sua autobiografia.
Nella metrica italiana, la décima è una strofa di dieci endecasillabi in cui, ai primi sei versi a rima alternata, segue un tetrastico finale di tre versi baciati su altra rima, e l’ultimo che rima con il verso pari della sestina alternata, secondo lo schema ABABABCCCB.
La décima è stata utilizzata raramente nella metrica italiana, perché impiegata soprattutto come stanza (porzione di un poema che, nella poesia moderna, equivale ad una strofa) della lauda (dal latino laus=lode; più precisamente lauda spirituale), la forma di maggior importanza di canzone sacra, in volgare, presente in Italia nel tardo medioevo e nel rinascimento, in seguito abbandonata, anche se tornerà popolare nel XIX secolo.
BIBLIOGRAFIA
Sull'Attore
in ordine alfabetico
AAVV
VITTORIO GASSMAN: L’ULTIMO MATTATORE
a cura di Fabrizio Deriu
1999, Marsilio, Venezia
AAVV
ENCICLOPEDIA DELLO SPETTACOLO
cinema, teatro, balletto, tv
1983, Garzanti, Milano
AAVV
ENCICLOPEDIA DELLO SPETTACOLO
1954, Le Maschere, Roma
AAVV
L’ARTE DELL’ATTORE
a cura di Luigi Chiarini e Umberto Barbaro
1950, Bianco e Nero, Roma
- Appendice, Chiarini: L’attore teatrale e l’attore cinematografico
- Appendice, Barbaro: L’attore creatore
Aristotele
POETICA
2011, BUR Classici greci e latini, Milano
traduzione confrontata con:
Aristotele
POETICA
1984, Laterza, Bari
Antonin Artaud
IL TEATRO E IL SUO DOPPIO con altri scritti teatrali
a cura di Gian Renzo Morteo e Guido Neri
prefazione di Jacques Derrida
2000, Einaudi, Torino
Matilde Battistini
SIMBOLI E ALLEGORIE
tratto da: I DIZIONARI DELL’ARTE
a cura di Stefano Zuffi
2002, Electa, Milano
Sebastian Brant
LA NAVE DEI FOLLI
con incisioni di Albrecht Dürer
1984, Spirali Edizioni, Milano
- Trionfo dei vecchi Matti
- Trionfo prender spunto dai Matti
- Trionfo della Danza
John Russell Brown
STORIA DEL TEATRO
presentazione, di Nicola Savarese
introduzione, di John Russell Brown
1998, Il Mulino, Bologna
- Parte I – I primi teatri
Il teatro greco, di Oliver Taplin
Il teatro nell’Europa romana e cristiana, di David Wiles
- Parte II – Il teatro in Europa dal Rinascimento al 1700
Il teatro del Rinascimento in Italia, di Louise George Clubb
Il teatro del Rinascimento in Spagna, di Victor Dixon
Il teatro del Rinascimento e della Restaurazione in Inghilterra, di Peter Thomson
Il teatro del Rinascimento e del Neoclassicismo in Francia, di William D. Howarth
- Parte III – I teatri Europei e Occidentali dal 1700 al 1970
Il teatro del XVIII secolo, di Peter Holland e Michael Patterson
Il teatro del XIX secolo, di Michael R. Booth
Il teatro moderno (1890-1920), di Martin Esslin
Il teatro dopo le due guerre mondiali, di Christopher Innes
- Parte IV – I teatri del mondo
Il teatro dopo il 1970, di John Russell Brown
Bertolt Brecht
SCRITTI TEATRALI
1975, Einaudi, Torino
- Volume 1
Teoria e tecnica dello spettacolo – 1918/42
In particolare: Note provvisorie per gente di mestiere
- Volume 2
L’acquisto dell’ottone
Breviario di estetica teatrale e altre riflessioni – 1937/56
In particolare: Stanislavskij e Brecht
Che cosa si può imparare, tra l’altro, dal teatro di Stanislavskij:
Il senso di responsabilità di fronte alla società
Impegno di verità
Accordo fra naturalezza e stile
Importanza dell’uomo
- Volume 3
Note ai drammi e alle regie
In particolare: Il punto di vista estetico (da una premessa a ‘Un uomo è un uomo’)
Oscar G. Brockett
STORIA DEL TEATRO
1988, Marsilio, Venezia
- Il teatro Greco e Romano
- Il teatro in Oriente e in Occidente nel Medioevo
- Il teatro Italiano dall’Umanesimo al Seicento
- Il teatro Inglese dal Medioevo al 1642
- Il teatro Spagnolo dal medioevo al seicento
- Il teatro Francese nel Cinquecento e nel Seicento
- Il teatro Inglese dal 1642 alla fine del Settecento
- Il teatro del Settecento in Italia e in Francia
- Il teatro del Settecento in: Germania, Russia e nell’Europa settentrionale
- Il teatro dell’Ottocento
- La nascita del teatro contemporaneo: il teatro tra le due guerre
- Il teatro in Europa e negli Stati Uniti dal 1945 al 1968
- Il teatro dopo il 1968
Claudia Contin
VIAGGIO DI UN ATTORE NELLA COMMEDIA DELL’ARTE
estratto da: PROVE DI DRAMMATURGIA
rivista di inchieste teatrali – anno I, numero 1/2, settembre 1995
CIMES – Centro Interdipartimentale di Musica e Spettacolo
Università degli Studi di Bologna
1995, Edizioni Carattere, Bologna
si vedano nello specifico gli interventi su:
- Rapporti con la storia
- L’arlecchino di Ferruccio Soleri
- L’arlecchino dell’allievo diretto: Enrico Bonavera
- Il brighella di Renzo Fabris
- Il pantalone di Tommaso Todesca
- La maschera e il lavoro sui respiri
- Un teatro di gesti ‘all’italiana’
Federico Doglio
STORIA DEL TEATRO
1990, Garzanti, Milano
- VOLUME I – Greci e Romani, di Umberto Albini e Gianna Petrone
La scena, gli attori, il pubblico, le occasioni
Le macchine teatrali, le tecniche di recitazione
Il rapporto con i modelli, i generi letterari
Gli autori e i testi: da Eschilo a Menandro, da Livio Andronico a Seneca
- VOLUME II – Dall’Impero Romano all’Umanesimo, di Federico Doglio
L’eredità del teatro antico
Lo spettacolo medievale
Il teatro umanistico
- VOLUME III – Il Cinquecento e il Seicento, di Federico Doglio
Il teatro italiano
Gli elisabettiani
Il ‘Siglo de oro’
Corneille, Molière, Racine
I tedeschi
- Volume IV – Dal Barocco al Simbolismo, di Federico Doglio
L’illuminismo
Il romanticismo
Il realismo
- Volume V – Il novecento in Europa e il teatro americano, di F. Doglio
Da G.B. Shaw a Grotowski
USA: dalle rappresentazioni del periodo coloniale a Shepard e Mamet
Catherine Douël Dell’Angola
STREHLER E BRECHT
L’anima buona di Sezuan – 1981: Studio di regia
1994, Bulzoni Editore, Roma
Vittorio Gassman
INTERVISTA SUL TEATRO
a cura di Luciano Lucignani
2002, Sellerio, Palermo
Mel Gordon
IL SISTEMA DI STANISLAVSKIJ
dagli esperimenti del Teatro d’Arte alle tecniche dell’Actors Studio
1992, Marsilio, Venezia
Carlo Gozzi
FIABE TEATRALI
testo, traduzione e commento, a cura di Paolo Bosisio
1984, Bulzoni Editore, Roma
Pierre Grimal
ENCICLOPEDIA DEI MITI
edizione italiana a cura di Carlo Cordié
con prefazione di Charles Picard
1990, Garzanti, Brescia
Gubrynowicza Lwow
CONVERSAZIONI DI TEATRO: MAX REINHARDT
in: LA LETTURA
rivista mensile del Corriere della Sera, anno XXXII – nr. 10
1° ottobre 1932, Corriere della Sera, Milano
Arnaldo Momo
BRECHT, ARTAUD E LE AVANGUARDIE TEATRALI
teatro divertimento, teatro gioco
1979, Marsilio, Venezia
Orazio Flacco
SATIRE, EPISTOLE, ARTE POETICA
edizione critica e traduzione a cura di Domenico Bo
1956, Istituto Editoriale Italiano, Milano
traduzione confrontata con:
Orazio Flacco
LE EPISTOLE E L’ARTE POETICA
spiegate e recate in rime italiane da Camillo Toriglioni
1838, Co’ Tipi di Giuseppe Antonelli, Venezia
- Libro UNO - AI PISANI - Parte I: talento, padri, vati
- Libro UNO - AI PISANI - Parte II: campagna, faconda
- Libro UNO - AI PISANI - Parte III: e fiacca, li cela, e i dolci
Doretta Panizzut
COMPAGNIE DELLA CALZA
1994, Centro Internazionale della Grafica di Venezia
Konstantin Stanislavskij
IL LAVORO DELL’ATTORE
a cura di Gerardo Guerrieri
1968, Laterza, Bari
- Volume 1: Il metodo per attuare i sentimenti
- Volume 2: Il metodo per creare i personaggi
Ludovico Zorzi
L’ATTORE, LA COMMEDIA, IL DRAMMATURGO
1990, Einaudi, Torino
I - Il teatro dell’attore
II - Verso la commedia
III - Introno alla Commedia dell’Arte
III - La maschera di Arlecchino: sui caratteri generali del fenomeno
IV - Verso il drammaturgo: Goldoni: persistenza dei ‘modi dell’Arte’ nel testo goldoniano
La bibliografia sopra riportata, da considerarsi essenziale, è soltanto un piccolo contributo di riferimento, rispetto alla vastità di testi e scritture sul teatro, la sua storia, il mestiere d’attore, e le conseguenti e inevitabili evoluzioni stilistiche.
BIBLIOGRAFIA
Sulla Libertà di Culto e di Fede
in ordine alfabetico
AAVV
LO STATUTO ALBERTINO
REGNO DI SARDEGNA E REGNO D’ITALIA
4 marzo 1848, sul sito internet
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/statutoalbertino.html
AAVV
MAGNA CHARTA LIBERTATUM
a cura di Michele Ducas Puglia
1215, sul sito internet,
http://www.rivstoricavirt.com/rivstoricavirt_sito/CorpoMC1215.html
Aristotele
DE ANIMALIBUS
Parti degli animali - Riproduzione degli animali
traduzioni di Mario Vegetti e Diego Lanza
1984, Laterza, Roma
- Capitolo XVI: ‘Parti degli animali’
Aristotele
DELLA GENERAZIONE E DELLA CORRUZIONE, DELL’ANIMA
Piccoli trattati di storia naturale
traduzione di Antonio Russo e Renato Laurenti
1983, Edizioni Laterza, Roma-Bari
Aristotele
DELLA FILOSOFIA
introduzione, testo, traduzione e commento esegetico di Mario Untersteiner
1963, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma
- Libro II – capitolo ultimo
Aristotele
ETICA NICOMACHEA
1999, Laterza, Roma-Bari
In particolare:
- Libro I – capitolo I
- Libro III
- Libro VI – capitolo ultimo
- Libro VIII – capitolo I
Aristotele
POLITICA E COSTITUZIONE DI ATENE
a cura di Carlo Augusto Viano
1992, UTET, Torino
In particolare, nella ‘Politica’:
- Libro I – capitolo XIII
- Libro II – capitolo VIII
- Libro III – capitolo V, VI, IX
- Libro V – capitolo II, V, VI
- Libro VII – capitolo VI, XIII
- Libro VIII – capitolo I
Aristotele
RHETORICA
traduzioni di Armando Plebe e Manara Valgimigli
1984, Laterza, Roma
- Libro II – capitolo XXIV
Salvatore Battaglia
GRANDE DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA
1996, UTET, Torino
1. Sentimento.
2. Senso, sensibilità di animali.
3. Pulsione, desiderio sessuale, concupiscenza; piacere fisico, carnale.
5. Consapevolezza della propria esistenza fisica; l’essere in sé, presente a se stesso, consapevole delle proprie sensazioni e in grado di controllare i propri atti e di reagire coerentemente alle situazioni esterne.
6. Attitudine a partecipare emotivamente alla situazione in cui ci si trova, fino a formarne un atteggiamento psichico costante; interiorizzazione di uno stato; consapevolezza, talora compiaciuta, di una propria caratteristica spirituale, di una disposizione d’animo, di un’emozione, fino a lasciarsene pervadere e dominare.
7. Consapevolezza di ciò che attiene a sé, al proprio stato di individuo e, in generale, alla condizione umana; capacità, propria dell’età adulta e della condizione psichica di maturità e di equilibrio, di valutare opportunamente la propria condizione e di badare a sé; consapevolezza delle proprie qualità e risorse e dei propri limiti.
8. Discrezione che guida nell’agire; capacità di comprendere le situazioni e di agire opportunamente in relazione con esse; discernimento, ponderatezza; senno; buon sentimento, buonsenso.
9. Capacità di conoscere, di comprendere; intelligenza, sagacia, acume.
10. Notizia, cognizione di un fatto.
11. Comprensione di un testo; interpretazione, esegesi; esposizione di un argomento.
12. Conoscenza specifica di un determinato campo di attività, teorica o pratica; grado, profondità di tale conoscenza; padronanza tecnica di un’arte o di un mestiere, perizia, competenza.
13. Opinione o parere su una questione sottoposta a giudizio, o anche intorno al comportamento di una persona o a una situazione di fatto; modo di pensare o di giudicare su uno specifico argomento; valutazione sul merito di qualcosa e, in particolare, giudizio su un’opera letteraria; parere tecnico, ipotesi scientifica.
14. Opinione di un autore, quale si ricava dalle opere.
15. Scelta di comportamento, presa di posizione; proposito; intenzione.
16. Tipo di percezione, in cui concorrono l’apprezzamento intellettuale e quello emotivo relativo a particolari aspetti del mondo esterno; l’avere presente allo spirito un valore morale o estetico con intensità tale da tradursi in coerenti atteggiamenti e comportamenti, e nel discriminare le varie esperienze in ragione del grado di adeguatezza a tale termine di paragone.
17. Consapevolezza intuitiva dell’esistenza di Dio; presenza costante di Dio nello spirito umano (e la conseguenza che ne deriva nelle opere e nei comportamenti); conoscenza di Dio, attraverso l’ascesi o la concentrazione interiore.
18. Atteggiamento emotivo consapevole e durevole, che deriva dall’elaborazione di un’impressione o di un’emozione, costituendo un fatto psichico non razionale né volitivo; riflesso psichico della condizione favorevole o sfavorevole in cui la persona si trova o, anche, partecipazione e coinvolgimento emotivo nelle vicende altrui.
19. Espressione di uno stato emotivo (e l’enfasi o il trasporto con cui viene comunicata).
20. Stato emotivo come spunto e oggetto di un’opera d’arte (e la rappresentazione artistica, in particolare letteraria, di esso).
21. Tonalità emotiva che caratterizza un’opera d’arte; effusione affettiva che impronta la stessa.
22. Affetto o amore per una persona, trasporto amoroso (e l’espressione di esso); dichiarazione amorosa.
23. Risentimento, contrarietà, disappunto.
24. Rammarico, dispiacere, dolore.
25. La sfera sentimentale ed emotiva dell’uomo (e la ricchezza, la profondità, l’intensità che offre, nelle varie gradazioni individuali); per estensione: passionalità.
26. Inclinazione morale, temperamento, indole, carattere; mentalità.
27. Modo di pensare collettivo; patrimonio di disposizioni e di idee di una collettività.
28. Significato di un’espressione; senso compiuto di una proposizione, di un discorso (e anche il contenuto profondo, il succo); messaggio contenuto in un’opera d’arte; tema, argomento.
29. Accezione di un termine; valore ed estensione semantica di una parola.
30. Spirito della legge; intenzione del legislatore o dell’estensore di una norma o di un parere giuridico.
31. Dottrina, insegnamento che si ricava da un’opera.
32. Locuzione; ‘avere sentimento a qualcosa’: appassionarvisi.
Antonio Capizzi
LA DIFESA DEL LIBERO ARBITRIO: DA ERASMO A KANT
1968, La Nuova Italia, Firenze
- Introduzione: Limiti della nostra ricerca
- Parte Prima: Contro le difficoltà teologiche
- Parte Prima: Le obiezioni da superare
Vincenzo Cartari
LE IMAGINI DE I DEI DE GLI ANTICHI
Storie di Dei e di Eroi che hanno ispirato generazioni di artisti.
La prima edizione moderna di un classico dell’iconografia
a cura di Ginetta Auzzas, Federica Martignago, Manlio Pastore Stocchi, Paola Rigo
1996, Neri Pozza Editore, Vicenza
Jean Chevalier, Alain Gheerbrant
DIZIONARIO SEI SIMBOLI
MITI, SOGNI, COSTUMI, GESTI, FORME, FIGURE, COLORI, NUMERI
1986, Bur-Rizzoli, Milano
1. Simbolo 5 – l’uomo individuale in rapporto all’uomo universale
11. Simbolo 5 – Le opere e i giorni di Esiodo
Cicerone
DEI DOVERI; DELLE VIRTÙ
titolo originale: DE OFFICIIS; DE VIRTUTIBUS
a cura di Quintino Cataudella
1966, Mondadori, Milano
- In particolare, nel ‘De Officiis’: Libro I – capitolo V
Marcello Craveri
L’ERESIA
dagli gnostici a Lefebvre, il lato oscuro del Cristianesimo
1996, Mondadori, Milano
Giovan Battista Della Porta
DELLA FISIONOMIA DELL’UOMO
a cura di Mario Cicognani
nb con illustrazioni dell’edizione del 1610
1988, Guanda Edizioni, Parma
Erasmo da Rotterdam
SUL LIBERO ARBITRIO
1989, Edizioni Studio Tesi, Pordenone
Gorgia da Lentini
ENCOMIO DI ELENA
1982, L’Erma di Bretschneider, Roma
Ugo Grozio
DELLA VERA RELIGIONE CRISTIANA
a cura di Fiorella Pintacuda De Michelis
1973, Laterza, Roma-Bari
- Libro I – Dio esiste, II
- Libro I – Dio è causa di tutte le cose, VII
- Libro I – Contro l’obiezione relativa alla causa del male, VIII
- Libro I – Contro la teoria dei due princìpi, IX
- Libro I – E che vi sia una tale licenza di peccare, XIX
- Libro IV – Contro il culto tributato dal paganesimo ai defunti, IV
- Libro IV – Contro il culto reso agli astri e agli elementi, V
- Libro IV – Contro il culto reso agli esseri animati privi di parola, VI
- Libro IV – Contro il culto reso a cose che non sono sostanze, VII
Thomas Hobbes
LEVIATANO
O LA MATERIA
LA FORMA E IL POTERE DI UNO STATO ECCLESIASTICO E CIVILE
a cura di Arrigo Pacchi
con la collaborazione di Agostino Lupoli
1997, Laterza, Roma-Bari
Thomas Hobbes
ELEMENTI DI LEGGE NATURALE E POLITICA
presentazione, traduzione e note di Arrigo Pacchi
1968, La Nuova Italia, Firenze
Immanuel Kant
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
1982, Rusconi, Milano
- Capitolo II - del concetto di un oggetto della ragion pura pratica
Tavola delle categorie della libertà in relazione ai concetti di bene e di male
1. della quantità
2. della qualità
3. della relazione
4. modalità
Johann Caspar Lavater
IL LAVATER PORTATILE
o sia: COMPENDIO DELL’ARTE DI CONOSCERE GLI UOMINI DAI TRATTI DEL VOLTO
traduzione dal francese con 33 tavole colorate
tomo I
Milano: dai torchi di Gio. Pirotta, a spese dei fratelli Vallardi, mercanti di stampe in S. Margherita, no. 1101
1811, Giovanni Pirotta, Pietro e Giuseppe Vallardi editori, Milano
Johann Caspar Lavater
IL LAVATER DELLE DONNE
o sia: L’ARTE DI CONOSCERE LE FEMMINE DALLA LORO FISIONOMIA
traduzione dal francese con 30 tavole colorate
tomo II
Milano: dai torchi di Gio. Pirotta, a spese dei fratelli Vallardi, mercanti di stampe in S. Margherita, no. 1101
1811, Giovanni Pirotta, Pietro e Giuseppe Vallardi editori, Milano
Martin Lutero
OPERE SCELTE – IL SERVO ARBITRIO
risposta a Erasmo
1993, Claudiana Editrice, Torino
– Analisi della prefazione di Erasmo:
Libertà è necessità dell’agire umano
Un arbitrio che, senza la grazia, è privo di ogni potere non è libero
Conclusioni
– Analisi dell’introduzione di Erasmo:
L’autorità di ciò che è antico non può essere prova sicura del libero arbitrio
– Esame degli argomenti erasmiani a favore del libero arbitrio:
La definizione erasmiana di 'libero arbitrio'
Marsilio da Padova (ovvero Marsilio dei Manardini)
IL DIFENSORE DELLA PACE
1991, Marsilio, Venezia
PRIMO DISCORSO
- Capitolo IV, punti 1-3 – Sulla causa finale della città, sui suoi requisiti civili e sulla distinzione delle sue parti in generale
- Capitolo V, punti 3-7-10-11 – Sulla distinzione delle parti della città, e sulla necessità della loro esistenza separata per un fine che può esserle assegnato dall’invenzione umana
- Capitolo VII, punto 3 – Sugli altri generi di cause dell’esistenza separata delle parti della città, e la divisione di ogni genere in due modi pertinenti al nostro proposito
- Capitolo VIII, punti 2-3 – Generi di politie o regimi, temperati e viziati, e divisione delle loro specie
- Capitolo XI, punti 3-5-8 – Sulla necessità di fare le leggi, intese nel loro senso più proprio; e che nessun governante, quantunque virtuoso o giusto, può governare senza le leggi
- Capitolo XII, punto 6 – Sulla causa efficiente dimostrabile delle leggi umane, ed anche su quella causa che non può essere provata per via dimostrativa; il che vuol dire compiere un’indagine sul legislatore. Onde appare che chiunque è istituito per elezione deriva la sua autorità solo da questa elezione, indipendentemente da ogni altra conferma
- Capitolo XIV, punti 4-5-8-10 – Sulle qualità o disposizioni del perfetto governante, affinché si sappia qual è il genere di persona che deve essere assunto al governo. Donde risulta anche quale sia la materia o soggetto appropriato delle leggi umane
- Capitolo XV, punti 2-5-6-8-10 – Sulla causa efficiente del miglior metodo per stabilire il governo; donde risulta evidente anche la causa efficiente delle altre parti dello Stato
- Capitolo XVI, punti 1-2-4-5-7 – Se sia meglio per la politia nominare ciascun monarca individualmente per mezzo di una nuova elezione, o eleggere invece un solo monarca insieme con tutta la sua posterità, che viene detta di solito “successione ereditaria”
- Capitolo XIX, punto 13 – Sulla causa efficiente della tranquillità e della mancanza di tranquillità della città o Stato, e di quella causa singolare che turba gli Stati in un modo insolito; e sulla connessione tra il primo ed il secondo discorso
Karl Marx
IL CAPITALE – Libro III
introduzione di Maurice Dobb
traduzioni di Delio Cantimori, Maria Luisa Boggeri, Raniero Panzieri
1967, Editori Riuniti, Roma
Walter F. Otto
SPIRITO CLASSICO E MONDO CRISTIANO
traduzione di Cecilia Calabresi
1973, La Nuova Italia Editrice, Firenze
Introduzione
I. Grecia e Cristianesimo
II. La religione dell’amore e della negazione di se stessi
III. Dal Paganesimo al Cristianesimo
IV. Al di là della fede
Pelagio
EPISTOLA A DEMETRIADE
introduzione, traduzione e note a cura di Donato Ogliari
2010, Città Nuova Edizioni, Roma
Cesare Ripa
ICONOLOGIA
a cura di Sonia Maffei
2012, Einaudi, Torino
- Libertà 1
- Libertà 2
- Libertà 3
- Libero Arbitrio
Jean-Jeacques Rousseau
IL CONTRATTO SOCIALE
2003, Feltrinelli, Milano
- Libro I – Capitolo IV, La schiavitù
- Libro III – Capitolo IV, La democrazia
- Libro IV – Capitolo I, La volontà generale è indistruttibile
- Libro IV – Capitolo VIII, La religione civile
San Paolo
LETTERA AI ROMANI
a cura del sacerdote Alessandro Gottardi
1960, Studium Cattolico Veneziano, Venezia
Sant’Agostino
GRAZIA E LIBERTÁ
1987, Città Nuova Editrice, Roma
Sant’Agostino
NATURA E GRAZIA
introduzioni e note di Agostino Trapè
traduzioni di Italo Volpi
1981, Nuova Biblioteca Agostiniana, Città Nuova Editrice, Roma
- Gli atti di Pelagio
- La grazia di Cristo e il peccato originale
- L’anima e la sua origine
Jean-Paul Sartre
L’ESISTENZIALISMO È UN UMANISMO
a cura di Franco Fergnani
1986, Mursia Editore, Milano
- L’uomo e Dio presso i filosofi del secolo XVII
- La natura umana presso i filosofi del secolo XVIII
- L’esistenzialismo ateo
- Menzogna
- Dostoevskij e l’esistenzialismo
- L’uomo è libertà
- L’esistenzialismo si oppone al quietismo
- L’uomo si sceglie in relazione agli altri
- La malafede
- La libertà
- La libertà degli altri
- L’umanismo esistenzialismo
- Esistenzialismo e ateismo
Jean-Paul Sartre
L’ESSERE E IL NULLA
saggio di ontologia fenomenologica
1965, Il Saggiatore, Milano
- Parte IV – Avere, fare e essere – I. Essere e fare: la libertà
1. La condizione prima dell’azione umana è la libertà
2. Libertà e fattità: la situazione
3. Libertà e responsabilità
Baruch Spinoza
OPERE - ETICA
Quinta parte. Della potenza dell’intelletto, ossia dell’umana libertà
2007, Mondadori, Milano
- Prefazione
- Proposizione III – dimostrazione e corollario
La bibliografia sopra riportata, da considerarsi essenziale, è soltanto un piccolo contributo di riferimento, rispetto alla vastità di testi e scritture sul tema inerente alla libertà, e nello specifico, la libertà di culto, la sua storia, le teorie, e le conseguenti e inevitabili evoluzioni di pensiero.