Pensieri in libertà
di Gloria Deandrea
1955/56 - prove de: 'L'opera da tre soldi', drammaturgia: Bertolt Brecht, regia: Giorgio Strehler. Si noti, in posizione centrale, il regista con Milly.
Come da tradizione nei paesi germanici, il drammaturgo presenzia costantemente alle prove. Alcuni mesi dopo la prima, e la successiva consegna dei diritti delle rappresentazioni italiane, in esclusiva a Giorgio Strehler, Bertolt Brecht muore a Berlino Est (DDR).
1955/56 - gli attori de: 'L'opera da tre soldi', drammaturgia: B. Brecht, regia: G. Strehler
Sulla drammaturgia
La drammaturgia, ovvero la scrittura teatrale, è un tipo di scrittura "doppia". Dev'essere pensata per la rappresentazione e non soltanto per la lettura come un qualsiasi altro testo; ossia, è necessario individuare i termini che meglio possono modellarsi all'azione fisica e verbale dell'attore, e che, contemporaneamente, permettono la comprensione della vicenda da parte dello spettatore. Oltre a questi punti, bisogna tener presente anche i gesti collettivi dei performer agenti in scena, sempre in rapporto alla parola detta, alle entrate/uscite e agli spostamenti continui. In sintesi, la drammaturgia, favorisce il racconto di una storia sia a livello visivo che orale, e qui trova la sua dimensione d'eccellenza, per contro, presenta svariate difficoltà d'impostazione.
der dramaturg Bertolt Brecht
Sulla drammaturgia storica
Il lavoro drammaturgico verte su temi teatralmente rilevanti, quali: il concetto di doppio, il gesto dell'attore in rapporto alla parola, l'azione fisico/verbale, il tempo storico passato in relazione a quello presente. Questi stessi temi, specifici del Teatro di Parola, devono inevitabilmente convergere verso la rappresentazione di una vicenda, che sia essa a sfondo sociale, antropologico, politico, o filosofico.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario partire da una ricerca storica consistente, tale da porre le basi strutturali all'opera. La ricerca storica medesima, punto focale del testo, contribuisce alla solidità dell'impianto impostato dall'autore, sostiene l'elaborazione filologica compiuta dall'attore, e, per ultimo, ma non meno importante, agevola la lettura lineare dello spettatore, sia a livello di pensiero che di sentimenti. Inoltre, permette la caratterizzazione dei singoli personaggi, visti da diverse angolazioni, e favorisce il dibattito anche sulle più complesse vicende passate, realmente accadute, poste sempre in relazione alla contemporaneità.
der dramaturg Heiner Müller
AAVV, Enciclopedia dello Spettacolo, Garzanti, Milano, 1983