Trionfi presenti nella pièce 'L'originale e la Copia'
di Gloria Deandrea
Angelo della Morte
1882 scultura di Giulio Monteverde per la decorazione della Tomba Oneto, Cimitero di Staglieno, Genova
Dell'errore, dell'orrore
Scena 1
Soliloquio di Giulio trionfo
(il deuteragonista, gemello dell'attore protagonista, quest'ultimo posto in una bara, in teatro, si rivolge al pubblico)
Così giunta è la Morte
che sempre porta corona,
non uno serba la persona
dal destino, dalla sorte.
Servitori siam di corte!
L'oscurità sulla luce,
dal giorno al buio truce,
il sole cede il passo
alla notte del trapasso.
L'ombra sorge controluce.
La fine di un attore,
di un uomo, vale poco
osservando questo gioco
dell'errore, dell'orrore.
Tramonta il mattatore.
D'illusione ha vissuto,
sulla scena ha compiuto
parola, gesto, azione,
costruendo un buffone,
la sua vita ha perduto.
L'uguale e il contrario
Scena 8
Soliloquio di Giulio trionfo
(il deuteragonista, gemello dell'attore protagonista, quest'ultimo riposto in una bara, in teatro, si rivolge al pubblico)
copia
Quando l’arte riproduce
l’opera originale,
la copia si scopre tale
l’attore crea, fa, conduce,
lo spettatore seduce.
Duplicati, voltafaccia,
copia, copione, copiaccia,
di servizio, di riguardo,
vero plagio del bugiardo;
ognun lascia la sua traccia.
originale
Quando l’attore esprime
all’uomo originale
l’archetipo, l’ideale,
interprete è sublime;
in vetta sta alle cime.
Stabilita la memoria
certa è la traiettoria,
alla copia lascia spazio,
evitando triste strazio,
si congeda dalla storia.
La décima o quintilla doblas, o espinella, in onore del poeta, romanziere e musicista, Vicente Espinel che, a fine XVI secolo, ne concepì la struttura, è una strofa composta da dieci ottonari, con rima in ABBAACCDDC. Può avere un punto fermo o i due punti dopo il quarto verso, ma non oltre il quinto. Può, inoltre, essere intesa come una strofa formata da due redondillas (periodi di quattro versi ciascuna), con rima in ABBA e CDDC, unite da un distico centrale cerniera AC. Durante i secoli XVII e XVIII si usò con frequenza per la realizzazione dei poemi. Inoltre, fu particolarmente adatta per il teatro; a tal riguardo, il drammaturgo Félix Lope de Vega, nel suo ‘Arte nuevo de hacer comedias’ (1609), scrisse che ‘le décime sono buone per fare denuncia’. Tale struttura, infatti, si presenta con ritmo sostenuto, particolarmente incalzante, più musicale che poetico, grazie alla divisione doppia in cinque versi, e alla specularità delle rime introdotte nella strofa. Questo metro, è stato utilizzato dai poeti della Generazione del 27, quali Jorge Guillén, Gerardo Diego, Federico Garcìa Lorca, e molti altri autori e drammaturghi. È tuttora diffuso in America Latina tra i payadores, poeti popolari che improvvisano recitando in rima, accompagnati da una chitarra. Inoltre, la cantautrice cilena Violeta Parra, compose in dècima la sua autobiografia.