Trionfi presenti nella pièce teatrale
di Gloria Deandrea

 

 

Trionfo dei Briganti
Introduzione sulla questione meridionale
È teatro per tutta la natura
ognuno rappresenta la sua scena
il Regno d'Italia da feroce dittatura
si appresta a fucilare il cafone alla schiena
della meridionale questione assai cattiva
credendo più economica la sola repressione
il Sabaudo pensa sia più sbrigativa
la sepoltura dei contadini sulla prevenzione.

Introduzione ai briganti
Il brigante sfida la miseria con alacrità
senza nessun insegnamento di scienza
che la mente gli formi alla verità
senza educazione di morale incidenza
che gli purifichi il cuore alla virtù
senza la minima istituzione politica
che gli rafforzi gli arti ai doveri di servitù
cosa sperar si può dal difetto di princìpi e critica?

Marzo 1863 – Tradimento di Giuseppe Caruso
Beppe Caruso, il vile traditore
adesso libero ed impiegato regio
con centoventiquattro omicidi a tutte l'ore
fissati nella Giustizia come uno sfregio
dopo quattro anni di carriera brigantesca
la lingua scioglie ai Sabaudi unitaristi 
tritando i suoi compagni come carne fresca
sempre vero è che i tristi uccidono i tristi.

15 agosto 1863 – Legge Pica (dal nome del deputato abruzzese)
Nei briganti si allenta la sutura
col sentimento della lotta persa appena
e la Legge Pica che assicura
per i cafoni l'inasprimento della pena
sottoponendo le comitive armate
costituite da tre persone almeno
ai tribunali militari subordinate
così da toglier loro ogni veleno.

 

Carmine Crocco Donatelli, generale dei Briganti, in posa fotografica (XIX secolo)



Ninco Nanco, luogotenente di Carmine Crocco, preso e fucilato dai militari del Regno d'Italia

 

13 marzo 1864 – Morte di Ninco Nanco (in posa fotografica)
I militari non peccan d'avarizia
svelando il prodigio delle indagini
dei briganti si divulga la notizia
di morte certa grazie alle immagini
con la fotografia si mostran i giustiziati
prima nascosti, poi con ostentazione
vengono messi in posa i fucilati
il sud si affaccia alla storia della nazione.

25 luglio 1864 – Esilio di Carmine Crocco Donatelli
Carmine Crocco, già umile pastore
dai briganti promosso generale
dopo lotte di sangue e di terrore
all'esilio è costretto nella futura capitale
sul territorio pontificio si presenta
dietro consiglio di figura monarchesca
salvo ed incolume, a sfregio dei mangiapolenta
chiudendo il corso di carriera brigantesca.

25 luglio 1864 – Arresto di Carmine Crocco Donatelli
Hanno le stesse cause un vario fato
Francesco Due1 costretto all'espulsione
Ninco Nanco morto, e Crocco giustiziato
il papa Pio indotto a una decisione
ed è perciò, che la volgar Sapienza
quando vede dei briganti il generale
va predicando ai ciuchi la pazienza
mentre il Pontefice lo affida al bagno penale.
1Nei registri militari del periodo, il nome di Francesco II di Borbone viene riportato con la dicitura 'Francesco Due'.

Conclusione
La storia c'insegna come, con quale castigo
si dia del fuorilegge a chi reagisce
non sempre si comprende in questo intrigo
che la Giustizia manca a chi non la capisce
e ci si copre gli occhi, non si intende affatto
come una persona possa viver da brigante
e quanta poca gente sia degna in questo tratto
d'esser chiamato uomo, e non vile, cafone o ignorante.

 


Cesare Battisti, posa per una fotografia 'ritratto' del tempo (XIX-XX secolo)

 

Trionfo dell'eroe irredento
Introduzione sulla figura di Cesare Battisti

È teatro per l'azione dell'attore
che dal palco rappresenta la sua storia:
Cesare Battisti, fiero, audace, di valore
distante pochi passi dalla memoria
mentre l'Austria annega rancorosa
tra pianto e sangue del popol massacrato
un'era di civiltà separa silenziosa
la rivalsa dello spettro dell'impiccato.

Cesare Battisti – irredentista in guerra
L'eroe irredento, dalla patria diviso
per usurpazione della razza avversa
affronta la morte, all'attacco, deciso
sicuro di contribuire alla battaglia tersa
a cento e a mille cadono i soldati
a cento e a mille col corpo fan martirio
in trincea, dalla posizione, sono sterminati
difendendo il confine del delirio.

Cesare Battisti – irredentista/socialista in guerra
Definito e certo il destino insolente
per la libertà della stirpe romana
rivendicando le terre irredente
combatte volontario con la divisa italiana
il pangermanista attende più inquieto
un passo falso dell'aquila trentina
che in nessun istante, mai, al pensiero pone un veto
e gli irredenti/socialisti, con passione, trascina.

Conclusione
La storia c'insegna come, con quale lezione
muore così, senza voltar le spalle
un uomo dignitoso, un'uniforme, un nome
riecheggia come un eco da monte a valle
nessun grande obiettivo può esser conseguito
sprovvisto di dolore, impegno e forza
l'angoscia passa, il martirio è acquisito
l'idea resta protetta da una vitale scorza.

 

Il trionfo è una forma specifica di scrittura, il più delle volte non soggetta a versificazione, di matrice carnascialesca. Si sviluppa in epoca medioevale, all'interno di un periodo dell'anno specifico, quello del carnevale, con lo scopo di raccontare vicende realmente accadute, integrate a figure allegoriche, proponendo al narratore la formulazione di una critica cruda, alle volte grottesca, della società del tempo. Nel medioevo, i trionfi venivano solitamente composti in volgare da popolani, conoscitori della trasposizione da lingua parlata a lingua scritta. Nonostante esistano documenti storici che riportano esempi di trionfi dotti, quindi sottoposti alle regole di versificazione, e composti da letterati illustri, uno per tutti Niccolò Machiavelli (che però si può considerare un uomo del rinascimento fiorentino), i trionfi in genere presentano una struttura compositiva libera.